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martedì 22 gennaio 2013

SACCO & VANZETTI, LETTERE E TESTIMONIANZE INEDITE

Recensione di Samir Hassan al volume "Altri dovrebbero aver paura" sul numero di gennaio di Le Monde diplomatique.

L'ultima fatica editoriale della Nova Delphi è un altro, interessante tassello aggiunto alla collana ITHACA; Altri dovrebbero aver paura è una raccolta di testimonianze e carteggi inediti di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, curata dalla sapiente regia di Andrea Comincini e impreziosita dalla presentazione di Valerio Evangelisti e da un’appendice finale scritta dal pugno di Andrea Camilleri. Rimane facile raccomandare la lettura di questo testo, partendo dal fatto che dopo aver pubblicato Non piangete la mia morte di Bartolomeo Vanzetti (2010) e Red America. Lotta di classe negli Stati Uniti (dicembre 2012), la sfinge alata di Germano Panettieri (direttore editoriale di Nova Delphi) tiene per mano i lettori e li porta nuovamente negli Stati Uniti d’America, in una miscellanea di confessioni private e testamenti politici, analisi introspettive e flussi di coscienze tradite, ferite, ma non per questo dome e rassegnate. Il pregio di questo volume (come del resto dell’intera collana) consta nell’offrire un angolo di osservazione privilegiato al lettore; l’America, quella vera – scevra dalla suggestione europea e orfana del mito della “libertà” –, si consegna al lettore per quel che è, per le sue contraddizioni e per l’indifferente autismo cui siamo abituati a vederla dipinta quando si ricorda la vicenda dei due anarchici italiani. Ma la novità che emerge non risiede nella pur intuibile critica al sistema a stelle e strisce, quanto nella puntuale definizione dei due anarchici, troppo spesso ridotte a mere vittime sacrificate alla repressione americana, abbozzati nel proprio profilo politico solo come oppressi e mai nella loro attiva militanza contro l’oppressore; due personalità, quindi, cancellate dall’alveo della lotta politica e immortalate – anche per responsabilità della successiva storiografia operaista – nell’olimpo dei martiri, dei morti collaterali, dell’ingiustizia della morte e della morte ingiusta. (…) L’intera ricerca prodotta da Comincini è frutto della raccolta e della traduzione delle lettere dei due italiani custodite nella Lilly Library di Bloomington, Università dell’Indiana; gran parte dell’epistolario raccolto, tuttavia, è dedicato al carteggio di Vanzetti con alice Stone Blackwells e Mary Donovan. Una selezione fine, scelta con cura e legata dal doppio filo dell’amore politico e della politica dell’amore familiare in cui i due anarchici, con particolare menzione per Vanzetti, sono tratteggiati nella cruda realtà dell’America di inizio XX secolo; la stessa America che Nova Delphi, con i precedenti della collana ITHACA, ha inteso indagare a fondo coniugando la passione per la verità a quella per la ricerca e l’analisi politica.

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