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giovedì 10 giugno 2021

"Tempi di collasso": controllo sociale e pandemia nel nuovo libro di Zibechi


(...) Se al posto degli armamenti collochiamo i dispositivi di dominazione (“la pandemia come politica”, nelle parole di Agamben), possiamo arrivare a comprendere come i virus (microparassiti) hanno permesso lo spiegamento di forme vecchie e nuove di controllo delle popolazioni (macroparassiti) per consolidare e ampliare il dominio dell’1% più ricco. Qui si giustappongono gli uomini armati e le reti digitali, la forza bruta del “palo y tentetieso” e i flussi istantanei di informazioni e di dati accentrati dalle grandi imprese di comunicazione. Comprendere le forme della dominazione dispiegate durante la pandemia continuerà a essere lo sforzo di tutte e tutti noi che desideriamo attraversare e neutralizzare le molteplici maglie del “capitalismo del controllo”, ma servirà tempo e soprattutto toccare con mano i muri virtuali e reali che ci immobilizzano. Prima o poi dovremo comprendere l’importanza dei piccoli gruppi e del corpo, nel senso attribuito da Miguel Benasayag all’esperienza diretta: come conseguenza della digitalizzazione (che considera la terza rivoluzione antropologica), il 95% della conoscenza che abbiamo del mondo e di noi stessi diventa indiretta, ma questa conoscenza deterritorializzata non si somma alla conoscenza del corpo, lo rimpiazza e lo cancella, perché “allontana l’uomo dal mondo e dal suo potere di agire”. Nonostante tutte le difficoltà che i popoli e i movimenti stanno affrontando in questo momento, risulta evidente che l’uscita massiva, ordinata e pianificata è stata la condizione che ci ha permesso di sostenerci come soggetti collettivi per continuare a sfidare la dominazione. Come segnalo negli ultimi paragrafi, le esplosioni di rabbia, per quanto giustificate, non possono essere il cammino per superare questa situazione. Al contrario, possono rafforzare il già forte sostegno sociale alle ultradestre. Dopo l’esplosione, un’esplosione in definitiva violenta e intempestiva, ritorna la calma, quando gli arrabbiati sono stati decimati da corpi repressivi disposti a spezzare loro le ossa. (...)

                                                                                     (dall'introduzione di Raúl Zibechi al volume)

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