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mercoledì 18 luglio 2012

UN SOGNO CHIAMATO RIVOLUZIONE

Recensione di Enzo di Brango tratta da LE MONDE diplomatique del luglio 2012

Il romanzo storico di Filippo Manganaro racconta le vicende di una famiglia decimata (nonno e nipotina) di ebrei in fuga da una Russia dove la politica zarista ha ormai deciso di chiudere i conti con il popolo errante, che, sulla via dell’emigrazione verso gli Stati Uniti, incrocia e unisce i propri destini con una famiglia cattolica irlandese. A far da sfondo alle vicende anche fatti storici dell’epoca abilmente ricostruiti: l’incendio alle Triangle di New York, oltre cento donne morte e lo sciopero del “Pane e le Rose” del 1912, l’occupazione della Bassa California da parte dell’armata anarchica in appoggio alla Rivoluzione zapatista e l’ingresso delle Brigate Internazionali a Madrid, nel 1936.
Questo meccanismo dà, al romanzo storico di Filippo Manganaro, un connotato efficace ed al lettore il messaggio inequivocabile che la via della pace è perseguibile solo attraverso la comprensione delle diversità, spesso inesistenti e costruite a tavolino. Una riflessione necessaria per interrogarsi sulle divisioni della sinistra radicale che, pur nel rispetto dei feticci della bandiera e dell’Internazionale (cantata, nel romanzo, nelle tante lingue diverse degli emigranti d’oltreoceano), non smette di perseguire pratiche di divisione ancora oggi caratteristiche dei partiti comunisti della “vecchia” Europa.

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