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giovedì 4 agosto 2011

DOSSIER GAETANO BRESCI

Sul numero estivo di A/Rivista Anarchica un lungo e interessante dossier tratto dal nostro libro "Gaetano Bresci, tessitore, anarchico e uccisore di re".


La presentazione al libro di Ascanio Celestini:


Nel 1857 Carlo Pisacane, Battistino Falcone, Giovanni Nicotera e una ventina di rivoluzionari sequestrano un piroscafo, assaltano il carcere di Ponza, liberano trecento detenuti, ripartono per il Cilento e tentano un'insurrezione che finirà malissimo. Pisacane e Falcone vengono praticamente fatti a pezzi, mentre Nicotera si prende tre accettate in testa, gli sparano a una mano e viene preso a picconate tanto da estrargli l'ombelico, come scrisse un medico. Venti anni dopo un gruppo di anarchici issa la bandiera rossa e nera sui palazzi del governo di Letino e Gallo Matese e finisce dritto dritto in tribunale. Silvia Pisacane, figlia di Carlo, intercede per loro cercando aiuto nel padre adottivo, quel Nicotera che si salvò per un pelo nell'insurrezione del Cilento. Nicotera può aiutarli perché venti anni prima era un rivoluzionario, ma ora è il ministro degli interni. E proprio a lui oltre che a Depretis, Crispi e Cairoli si rivolgono gli internazionalisti della banda del Matese. Vogliono il processo politico e cercano negli ex rivoluzionari una sponda. Invece verranno processati come cospiratori e si salveranno per la difesa dell'avvocato Francesco Saverio Merlino e anche per la morte di un re, quel Vittorio Emanuele che per i libri di storia aveva fatto l'Italia, ma s'era dimenticato di cambiarsi il numero, così il primo sovrano del regno unito si chiamò secondo. Dopo di lui salì sul trono Umberto primo che proclamò l'amnistia e contribuì a far uscire di galera anche gli anarchici senza sapere che sarebbe stato proprio un anarchico una ventina di anni dopo a traversare l'oceano per andargli a sparare. E sarà di nuovo l'avvocato Merlino a difenderlo in tribunale.

È solo un girotondo di date e nomi, ma per i festeggiamenti dei 150 anni dell'unità d'Italia sarebbe saggio ricordare che Pisacane e Nicotera a Sanza come Bresci a Monza o Malatesta e Cafiero nel Matese dovevano ancora compiere quarant'anni e un paio di loro non li festeggeranno mai. Rivoluzionari di venti e trent'anni che col passare degli anni finiscono in galera, al camposanto o in parlamento. Non tutti, ma la maggioranza. E quando, i cinquantenni al potere incontrano i ventenni.. non si riconoscono. Succederà ancora nel corso del novecento quando gli ex partigiani al governo non sapranno confrontarsi coi movimenti degli anni settanta.

Non so quanto uno storico potrebbe ritenere che questi miei appunti possano essere di supporto ad una teoria seria, ma mi piace pensare che Bresci abbia voluto dare il suo contributo ad una lunga rivoluzione sognata dai ragazzini e tradita dai vecchi. E l'abbia fatto con una curiosa leggerezza che è anarchica e giovanile allo stesso tempo, l'unico slancio che può spingere un tessitore toscano a tornarsene dal New Jersey con una pistola e una macchinetta fotografica non per immortalare il re, ma per vederlo morto.

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